Dici Cinelli e subito ti viene in mente l’Italia.

Quello di Milano è uno dei marchi di biciclette che meglio rappresentano il made in Italy nel mondo, e in listino annovera uno dei modelli più longevi in assoluto, la Supercorsa, icona indiscussa del ciclismo mondiale da oltre 70 anni.

Prima, però, un po’ di storia.

Il fondatore Cino Cinelli, classe 1919, fu ciclista professionista a cavallo degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, vincitore del Giro dell’Appennino (1937) del Giro di Lombardia (1938) e di una Milano-Sanremo (1943).

Da campione esigentissimo e perfezionista quale era, conosceva bene i limiti meccanici delle bici dell’epoca e volle eliminare difetti e problemi mettendosi a produrre in prima persona componenti e telai.

Nel 1944 nacque così l’azienda Cinelli, specializzata nella produzione di manubri, attacchi, selle e poi anche di bici complete.

L’Italia si stava riprendendo ancora dalle batoste della Seconda Guerra Mondiale e sulle macerie di quel periodo funesto, il ciclismo forniva una sferzata di entusiasmo agli appassionati e una chance di riscatto per tanti sportivi che vedevano nei campionissimi di allora dei modelli da seguire.

Erano gli anni di Gino Bartali, Fausto Coppi (in foto, in basso a destra) e Fiorenzo Magni.

In questo clima di rinascita venne realizzata la Super Corsa, o Modello A.

La data esatta della nascita della primissima S.C. si perde nelle nebbie del tempo, ma per certo nel 1951 Cino Cinelli costruì con il telaista Luigi Valsassina un prototipo estremamente innovativo per l’amico Fausto Coppi.

Bisogna ricordare che all’epoca le strade erano ancora per la maggior parte non asfaltate e i telai avevano quote “rilassate” e geometrie “morbide” oltre che tubazioni generose (e pesanti) proprio per incassare buche e sconnessioni senza rompersi.

Ma nel secondo dopoguerra si fu testimoni di un progressivo e diffuso miglioramento delle condizioni stradali italiane ed europee, con le direttrici principali che venivano bitumate, rendendo più facile la vita ai ciclisti.

Cinelli capì sin da subito che, su asfalto liscio e regolare, gli standard degli anni precedenti stavano diventando obsoleti e che un telaio più reattivo e leggero avrebbe offerto prestazioni più brillanti.

Realizzò quindi una forcella con una testa decisamente inclinata - mentre fino ad allora erano quasi tutte piatte - accrescendo così la rigidità di questo componente e, di conseguenza, la precisione dello sterzo e la guidabilità della bicicletta.

Oltre che migliorando l’aerodinamica, ovviamente. Un esempio poi seguito da quasi tutti gli altri produttori di telai.

Cinelli Supercorsa

Cinelli accorciò anche il carro posteriore, sempre nell’ottica di una minore flessibilità strutturale, e disegnò un nodo sella inedito, con le pendine saldate al collarino in posizione arretrata e forate per accogliere la vite che funge da stringisella. Il risultato estetico era sensazionale, ma ne beneficiarono anche la robustezza e la leggerezza dell’insieme.

Senza contare che, in questo modo, l’allineamento con il tubo verticale era perfetto e la presa sul reggisella ancora più salda.

Per equilibrare il progetto e compensare la rigidità dei componenti finora descritti, Cino Cinelli volle delle giunzioni del tubo sterzo e del nodo sella più elastiche. Si recò dunque in Svizzera da Georg Fischer - indiscusso produttore di questi componenti - che realizzò appositamente per il visionario milanese delle speciali giunzioni in ghisa sferoidale (conosciuta anche come ghisa duttile).

Da allora Supercorsa ha solcato i decenni senza modifiche sostanziali. Le maggiori arrivarono a cavallo degli anni 70 e 80. Nel 1979, subito dopo la cessione del marchio da parte di Cino Cinelli ad Antonio Colombo, presidente della Columbus, la Supercorsa venne ridisegnata - pur senza tradire i suoi capisaldi - e ricevette una nuova grafica per il marchio, la “C alata” disegnata da un giovane Italo Lupi.

Altro step evolutivo arrivò nel 1984, con l’introduzione del distintivo Spoiler Cinelli sotto il movimento centrale, l’unica parte microfusa di un telaio da bicicletta a ricevere un brevetto.

Lasciamo alla fine la storia curiosa che riguarda il nome della bicicletta. Brevettata come Super Corsa, recava sui primissimi modelli decal con la semplice dicitura “Mod. S.C.” Tuttavia, negli anni Sessanta, un fornitore delle decalcomanie per Cinelli male interpretò l’acronimo S.C. realizzando una partita di adesivi con la scritta “Speciale Corsa”.

Nell’azienda di Caleppio Settala non si formalizzarono e le utilizzarono comunque, vendendo le bici con scritte sbagliate a prezzo scontato.

Addirittura, nel decennio seguente furono stampate volutamente decals “Speciale Corsa” per le bici Cinelli. Solo in seguito, per evitare ulteriori confusioni, il modello fu definitivamente ribattezzato “Supercorsa”.

Un nome che è utilizzato ancora oggi su quella che si può a buon diritto definire come una delle biciclette più longeve in assoluto: la sua produzione è ininterrotta da oltre 70 anni e racchiude in sé tutte le innovazioni dell’azienda milanese maturante nel corso della sua evoluzione.

Il telaio Cinelli Supercorsa odierno riprende i concetti fondamentali dei modelli storici: la testa forcella caratterizzata da uno sloop marcato, il nodo sella con vite passante nei pendini, ma anche la scatola del movimento centrale aerodinamica.

Cinelli Supercorsa

Il diametro dei tubi Columbus e del cannotto di sterzo (da 1”) richiamano le corse classiche, così come l’opzione di attacco freni (solo rim).

Tuttavia l’alloggiamento della ruota posteriore prevede forcellini autocentranti e interasse da 130 mm, per ospitare componenti moderni e cassette a 11 e 12 rapporti.

Cinelli Supercorsa è la perfetta fusione tra passato e futuro, linee classiche e senza tempo con prestazioni elevate e attualissime.

Cronistoria Cinelli Supercorsa

AnnoCronistoria Cinelli Supercorsa
1951Nasce il primo telaio Super Corsa (o Mod. A)
1963 Cinelli sostituisce le tubazioni in acciaio Reynolds 531 con tubi Columbus SL
1968Le giunzioni del tubo sterzo e del nodo sella recano tre fori di dimensione decrescente, caratteristica distintiva dei telai Cinelli fino agli anni 80
1970I tre fori appaiono anche nei rinforzi interni della forcella
1978Cino Cinelli cede l’azienda all’industriale Antonio Colombo (presidente della Columbus)
1979Italo Lupi disegna il nuovo logo, la “C alata” che campeggia sulla testa forcella della Supercorsa
1983Presentata l’edizione limitata realizzata in collaborazione con Fornasetti
1984Brevetto della scatola movimento centrale con spoiler

Cicli Corsa distribuisce con orgoglio il marchio Cinelli: il telaio Supercorsa è disponibile su ordinazione sia in configurazione strada, sia pista in ben 17 misure (dalla 48 alla 64) oppure con geometrie custom.

Le colorazioni tra cui scegliere sono invece 8, dal tradizionale Azzurro Laser, all’elegante Verde Jaguar.

Come sempre, offriamo ai nostri clienti la possibilità di scegliere gruppo, ruote e accessori preferiti per garantire un montaggio custom che soddisfi le esigenze di ciascuno.

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