Chi ha qualche anno sulle spalle e magari anche qualche capello grigio si ricorderà ancora di quando i copertoncini e i palmer erano da 19 o 21 mm e le pressioni consigliate arrivavano anche a 9 bar. Giurassico.

La tendenza del ciclismo moderno va nella direzione opposta e, ancora una volta, sono i Pro a sdoganare scelte tecniche innovative.

DAI PRO ALL'AMATORE

Pogačar, sempre lui.

Il 2024 è il suo annus mirabilis: ha aperto la stagione ponendo il proprio sigillo sulle Strade Bianche.

Poi è stato il turno di Volta a Catalunya e Liegi-Bastogne-Liegi, ma soprattutto Giro d'Italia e Tour de France.

Soddisfatto? Non ancora: in autunno ha messo sulle spalle la maglia iridata di Campione del Mondo e infine ha fatto pocker al Giro di Lombardia.

Ovvio che avversari e tifosi guardino a lui come all'uomo da seguire e imitare.

Ebbene: parlando di gomme, il campione sloveno utilizza pneumatici tubeless da 28 mm montati su cerchi Enve hookless con canale da 25 mm.

Significa che, a conti fatti, la sezione effettiva della gomma risulta ancora più larga (equivalente quasi a un 32 mm). A maggiore volume corrisponde una pressione più bassa; nel caso di Tadej si aggira tra i 3,8 e 4,0 bar.

Roba quasi da bici da XC...

Ma allora dobbiamo tutti montare gomme larghe e tenere pressioni da fuoristrada sulle nostre bici da corsa?

La risposta, come al solito, non è univoca. La tendenza a salire con le sezioni e - di conseguenza - scendere con il gonfiaggio è inequivocabile e rappresenta il futuro del nostro sport.

Però bisogna tenere conto di molteplici fattori: peso del ciclista, condizioni del percorso, tipologia di allenamento o gara, stile di pedalata...

In più, con l’avvento degli pneumatici tubeless negli ultimi anni gli studi sulla pressione degli pneumatici si sono intensificati per poter ottenere performance elevate e bassa resistenza al rotolamento, accrescere il comfort e ridurre il rischio di forature.

PARTIAMO CON UNA SCELTA A MONTE: CAMERE D'ARIA O TUBELESS?

Anche in questo caso, la tendenza è dettata dalle competizioni, dove le gomme tubeless la fanno da padrone.

Se prendiamo in esame scorrevolezza (e quindi assorbimento di Watt) e peso, tra una buona tubeless e un'ottima gomma con camera d'aria (di alta qualità, cioè non in butile, ma in lattice o poliuretano termoplastico) le differenze sono davvero minime.

Oggi, chi sceglie la camera d'aria lo fa in virtù di una maggiore praticità e questo spiega la sua ancor larga diffusione tra gli amatori.

Tuttavia, se le prestazioni sono il nostro obiettivo, le gomme tubeless dimostrano di offrire evidenti vantaggi in termini di comfort, aderenza e protezione contro le forature.

Soprattutto quest'ultimo fattore è discriminante: lo strappo di una valvola è praticamente impossibile e le micropunture (piccole spine o aghi) sono quasi istantaneamente sigillate dal liquido interno, che però va controllato e sostituito periodicamente.

In caso foratura con grossi chiodi o tagli ci sono i kit di riparazione (i classici "vermicelli"), ma poi - una volta a casa - è bene sostituire lo pneumatico con uno nuovo.

CARCASSA, MESCOLA, POLIMERI: TECNOLOGIA NASCOSTA

Ok, abbiamo scelto i tubeless. Ma uno non vale l'altro. Gli pneumatici possono sembrare tutti uguali e spesso la scelta è dettata da affezione al marchio, design del battistrada, peso dichiarato, prezzo.

In realtà saper leggere le schede tecniche è importantissimo: tra diversi tipi di gomma ci può essere un significativo divario di scorrevolezza, che si traduce in maggiore o minore assorbimento di Watt, ma anche differenza notevole di resistenza al consumo.

Insomma: ciascuno deve fare la scelta in base alle proprie esigenze: chi privilegia al massimo le prestazioni, sacrificherà inevitabilmente durata e robustezza.

E viceversa.

Esistono tuttavia soluzioni “intermedie”, che però non eccellono nei diversi aspetti; sono queste le scelte più diffuse, specialmente tra i non professionisti.

Queste contengono nella mescola del battistrada una miscela di polimeri che eleva il grip senza rinuinciare alla scorrevolezza. Altrettanto importante è la struttura sottostante, con tele incrociate e in alcuni casi anche inserti per migliorare la resistenza meccanica e fornire la giusta misura di rigidità, a tutto vantaggio della maneggevolezza.

Un esempio. Cicli Corsa è fiero dealer di Pirelli, marchio storico italiano che riversa nel reparto biciclette oltre cento anni di esperienza maturata nel campo Motorsport, auto e moto (nei campionati mondiali Superbike, Moto2 e Moto3, ad esempio, Pirelli è fornitore unico). Che si tratti di strada o gravel (ma anche MTB e city), la ricerca di mescole sempre più performanti ha portato alla realizzazione di compound ad altissime prestazioni (come SmartEVO² e SpeedGrip), adatte a soddisfare le rigorose esigenze del moderno ciclismo World Tour, ma ideali anche per un utilizzo amatoriale.

BIGGER IS BETTER?

E veniamo alla misura, i cui standard sono definiti dalla ETRTO (European Tyre and Rim Technical Organisation).

Quale è la più adatta?

Innanzitutto esistono dei limiti fisici. In primis quelli dettati dal telaio: ormai quasi tutti i produttori realizzano passaggi ruota allargati per ospitare gomme di sezione maggiore.

Se con i freni a pattino tradizionali il limite massimo è solitamente 28 mm, con i moderni sistemi frenanti a disco il problema non si pone.

In secondo luogo, a meno di non voler cambiare set di ruote, bisogna sincerarsi che il canale dei propri cerchi sia in grado di ospitare le gomme desiderate.

In linea di massima, se questo misura tra i 17 e i 21 mm, può calzare indifferentemente pneumatici da 26 o 28 mm.

Per quelli da 30 mm l'ampiezza minima del cerchio suggerita è di 19 mm, la massima consigliata è di 23 mm.

Infine, su cerchi tra i 21 e i 25 mm si possono montare pneumatici da 32 mm.

Anche in questo caso, comunque, l'ampiezza del canale è fondamentale: più è largo, più la misura effettiva della gomma risulterà maggiore. Inoltre, un tubeless più ampio sviluppa anche una circonferenza maggiore.

Per un 26 mm è di 680 mm circa, mentre per un 32 si sviluppa una circonferenza di 697 mm. Parliamo di un incremento del 2,5%, ma che può fare la differenza in termini di prestazioni: con una gomma più larga si perde qualcosa in accelerazione e si guadagna in velocità massima.

E non dimentichiamo le gravel, fenomeno sempre più diffuso. Trovare il giusto compromesso tra aderenza in fuoristrada e scorrevolezza su asfalto non è banale. Se da un lato le bici da strada tendono ad allargare sempre più gli pneumatici, le gravel seguono la tendenza inversa.

In mezzo ci sono nuove misure come le 32, 35 e 40 mm con battistrada slick, come le nuove Pirelli Zero Race RS che soddisfano egregiamente entrambe le discipline.

In ogni caso, meglio non fare tentativi a casaccio: Cicli Corsa può fornire il massimo supporto e i consigli migliori per la scelta più adatta alle vostre esigenze e stili di pedalata.

UNDER PRESSURE

Trovata la misura adatta, rimane da impostare la giusta pressione.

Innanzitutto, ciascun produttore di pneumatici consiglia un range ideale entro cui gonfiare le proprie gomme.

A grandi linee, le nuove tendenze per i tubeless - che hanno una carcassa più robusta e che non flette - vanno dai 6 bar/87 psi per una 26 mm, ai 4,5 bar/65 psi per una 32 mm. Ma alcuni consigliano anche meno. Esistono anche alcuni calcolatori online (come Silca E Zipp) che possono semplificarci la vita e che prendono in considerazione una moltitudine di fattori: dal peso della bici a quello del ciclista, dalla tipologia di gomma usata al tipo di utilizzo e di fondo stradale che si affronta.

L'importante - in linea di massima - è non gonfiare troppo: le pressioni elevatissime di un tempo sono acqua passata. Nota importante: per i cerchi hookless, la pressione massima è definita dagli standard ETRTO: 5 bar/73 psi. Oltre si rischia di stallonare lo pneumatico.

IN CONLUSIONE

Gli pneumatici tubeless di dimensioni generose rappresentano il futuro. Possono essere usati con pressioni di gonfiaggio inferiori senza ridurre le prestazioni; hanno indubbi vantaggi in termini di comfort e di tenuta, specialmente su strade in cattivo stato e asfalto bagnato; sono meno soggetti a banali forature e offrono una migliore scorrevolezza.

Su tutto, però, rimane il feeling che riescono a trasmettere al ciclista e questo è un parametro puramente soggettivo. Se Pogacar sceglie gomme da 28 su canale hookless da 25 e pressioni di circa 4 bar, non significa che questa sia la soluzione ideale per tutti.

Importante è anche non scegliere per tentativi, ma stringere il campo tenendo conto del proprio peso, della tipologia di bici e del tipo di utilizzo che si intende fare, se agonistico o sportivo, prettamente stradale o anche con digressioni su sterrato, salite e discese in ogni stagione o granfondo, uscite quotidiane o allenamenti sporadici.

In ogni caso, Cicli Corsa - con il suo bagaglio di esperienza e i suoi esperti meccanici - è in grado di consigliarvi al meglio nella scelta del vostro prossimo set di pneumatici.

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