Il marchio Ambrosio è stato ufficialmente registrato nel 1923 dai fratelli Giovanni e Giuseppe Ambrosio, benché l'attività dell'azienda ebbe inizio alcuni anni prima a Torino.

Fin dal principio avviò la produzione di manubri, attacchi e cerchi in acciaio per biciclette, sebbene questi ultimi non fossero inizialmente una parte importante dell'attività.

I fratelli Ambrosio furono tra i maggiori promotori delle leghe di alluminio, quando queste iniziarono a farsi strada, all'inizio degli anni 30.

Nel 1935 realizzarono una bicicletta interamente in lega di alluminio per dimostrare come questo materiale potesse essere fondamentale nella riduzione del peso.

E, anche se quel telaio in lega non prese piede, poterono dimostrare i vantaggi del suo utilizzo.

Uno degli obiettivi principali dei fratelli Ambrosio era utilizzare le leghe in alluminio per realizzare componenti per le bici che fino ad allora erano stati costruiti unicamente in acciaio.

Tuttavia incontrarono le resistenze di molti ciclisti, in particolare i corridori, che erano riluttanti a sacrificare la sensazione di sicurezza percepita fornita dall'acciaio, nonostante il peso dell'alluminio fosse inferiore.

Ma gli Ambrosio non si arresero.

All'inizio la loro fu l'unica azienda italiana a offrire manubri e attacchi in lega. Alcune audaci aziende francesi, tuttavia, iniziarono pure loro la produzione di componenti in alluminio per soddisfare i gusti avanguardisti dei cicloturisti. Lentamente, poi, arrivarono anche i corridori.

Alla fine, dopo che il rivale Cino Cinelli si convertì all'alluminio all'inizio degli anni 60, prevalse la visione di Ambrosio: manubri e attacchi in acciaio divennero rapidamente obsoleti.

Un altro grande obiettivo di Ambrosio era l’applicazione della lega in alluminio anche per la realizzazione dei cerchi ruota, prodotti di punta dell’azienda in quegli anni di crescita. Su questi componenti, anche una minima riduzione di peso avrebbe significato un grande guadagno in termini di efficienza.

Ma costruire cerchi in lega leggeri ed efficienti non è semplice, poiché soggetti a urti particolarmente violenti: devono possedere particolari proprietà elastiche per evitare deformazioni.

Sotto questo aspetto, i primi modelli in lega se la cavarono male, perdendo il confronto rispetto all'acciaio, più rigido.

L'alluminio doveva poi competere con un altro materiale utilizzato all'epoca per realizzare i cerchioni: il legno. Nonostante le ruote in legno tendessero a deformarsi in condizioni di bagnato e a rompersi in caso di impatti estremi, i corridori amavano la leggerezza e il comfort che conferivano.

Basti ricordare che nel 1938 Gino Bartali vinse il Tour de France con una bici proprio con cerchi in legno.

Ma ancora una volta la tenacia di Ambrosio diede i suoi frutti.

Nel giro di pochi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, tutti i grandi ciclisti italiani - primo tra tutti Fausto Coppi - erano passati ai cerchi in lega Ambrosio.

Insieme a Campagnolo, Ambrosio contribuì a rafforzare la reputazione dell'Italia del dopoguerra come fornitrice di componenti per biciclette di prim'ordine. La domanda di prodotti Ambrosio crebbe così fortemente che la forza lavoro dell'azienda aumentò fino a raggiungere oltre cento dipendenti nel 1950.

Quando Giuseppe Ambrosio morì tre anni dopo, fu giustamente salutato dalla stampa italiana come un pioniere dell'industria nazionale.

La fiaccola fu così passata al figlio Gilberto. Ma come molte aziende a conduzione familiare, la nuova generazione non fu in grado di sfruttare e replicare il successo della prima. Una combinazione di cattiva gestione, scarsi investimenti e condizioni di mercato difficili lasciò Ambrosio al verde e chiuse i battenti all'inizio degli anni 60.

Ma la storia di Ambrosio non finisce qui. La famiglia Marzorati, proprietaria di Marzorati Cerchi, acquisì il prestigioso marchio, dando credito alla sua importanza, e lo rilanciò nuovamente verso il successo.

Fino ad allora la famiglia Marzorati non aveva mai prodotto cerchi da competizione, ma l'acquisizione di Ambrosio cambiò tutto e spinse l'azienda a progettare nuovi prodotti innovativi e a fare un trionfante ritorno nel mondo delle corse professionistiche.

L’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili sul mercato resero i prodotti affidabili, prestanti e di altissima qualità per offrire a tutti gli appassionati di ciclismo componenti altamente performanti.

Ambrosio, infatti, è stata la prima azienda a produrre e commercializzare le ruote lenticolari in fibra di carbonio, con le quali Francesco Moser a Città del Messico e Stoccarda conquistò il record dell’ora.

È stata tra le prime in Europa a produrre ruote per mountain ed è rimasta tra i pochi al mondo a produrre cerchi da corsa per tubolari in alluminio elettrosaldato per uso professionale.

Altra svolta importante è stata la riprogettazione dei cuscinetti ceramici in acciaio inox della linea Filorosso System.

Cicli Corsa ha un forte legame con il ciclismo storico: siamo sempre stati grandi appassionati e restauratori di biciclette d'epoca. Oggi sono molti i clienti che richiedono un nuovo telaio Colnago Master o Arabesque, Cinelli Supercorsa o De Rosa Neo Classico, e la volontà e sempre quella di costruire biciclette dall'aspetto classico, ma con tecnologia moderna. E per fare questo, Ambrosio è nostro partner d'eccellenza.

Ambrosio è la nostra prima scelta per realizzare ruote d'epoca su misura. In quest'ottica, il cerchio Nemesis per tubolare è senza ombra di dubbio il preferito dagli appassionati. A chi invece ricerca una versione per montare i più pratici copertoncini, proponiamo il modello Excellight, molto leggero e con pista frenante rettificata.

I Modelli Nemesis, Excellight e Excellence sono disponibili sul nostro shop e sempre in stock.

Cicli Corsa è fiera sostenitrice dei cerchi Ambrosio e fedele partner commerciale di lunga data e si impegnerà sempre ad offrire il miglior servizio clienti possibile, qualunque sia la vostra richiesta.

Contattateci per qualsiasi domanda possiate avere in merito ai prodotti Ambrosio e per un preventivo gratuito.

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